La Valle
(da Vessillo)
a quiete prima della tempesta, brillii di acciaio sfolgorante sotto la luce del sole, un immensa marea dai colori variopinti dirimpetto ad un'altra, un verde mare di erba a separarle.
Solo un poeta potrebbe descrivere così ciò che i miei occhi hanno visto; sangue metallo e carne, è questo che significa combattere, non allori e gesta epiche, ma uomini che impugnano del freddo metallo affidando ad esso tutte le loro speranze, le speranze di poter tornare dalle proprie famiglie, le speranze di poter vedere una nuova alba, un nuovo giorno in cui un destino forse più magnanimo li attenda, ma per molti di loro quel giorno non arriverà, per altri forse ci sarà un domani, ma sarà solo l'inizio di una nuova battaglia.
Al mio fianco ho visto passare grandi uomini, eroi, generali dalle sfavillanti armature, tutti sono infine caduti su questi verdi campi, le loro ricchezze i loro paramenti oggi non sono che tesori nascosti sotto queste mie lunghe vesti, sulle mie mani si sono affrontati in scontri forsennati, hanno dato la vita per un ideale, hanno sfidato la sorte in combattimenti arditi. Ho tentato di mostrare loro come fosse futile questa lotta, li ho posti dinanzi a ostacoli insormontabili, ma nella loro determinazione di poco discosta dalla follia essi hanno voluto procedere, si sono arrampicati, hanno sudato, sanguinato, nutrito la mia carne con i loro sforzi.
Ave a voi grandi guerrieri, io sarò sempre qui ad attendervi, i miei prati saranno per le vostre stanche membra di conforto fintanto che non ne diventeranno la tomba. Io sono la valle, sono il teatro di questa guerra, il vento è la mia voce che nel tumulto della pugna voi ignorate.
Io sono la valle, rallegrata del sangue che per me viene versato